In collaborazione con FIAB Verona(Amici della bicicletta) e Ist.Veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea
RESISTERE-PEDALARE-RESISTERE
ore 9.30 raduno in Pzza Bra con conclusione ore 12.30
Giro in bicicletta(ma anche seguendo a piedi) in città sui luoghi più rappresentativi della Resistenza veronese.
Poligono di tiro di Forte
Procolo. L’11 gennaio 1944 vennero fucilati gli ex gerarchi fascisti Ciano, De
Bono, Gottardi, Marinelli, Pareschi. Furono eseguite anche condanne a morte nei
confronti di tanti patrioti fra cui il sottotenente degli Alpini Lorenzo Fava,
membro del Gruppo di Azione Patriottica (GAP) veronese.
Carcere degli Scalzi. La
prigione di Stato della RSI ospitò i gerarchi processati a Castelvecchio, alti
ufficiali ac-cusati di aver collaborato con il governo Badoglio, autorevoli
esponenti dell’antifascismo militante e mem-bri della Resistenza. Il 17 luglio
1944 con un’ardita azione il GAP veronese (Lorenzo Fava, Emilio Moretto, Aldo
Petacchi, Danilo Preto, Vittorio Ugolini, Berto Zampieri) liberò il
sindacalista comunista Giovanni Ro-veda. Nell’impresa perse la vita Preto
mentre Fava, gravemente ferito, venne fucilato il 23 agosto 1944 dopo essere
stato sottoposto a feroci torture. Alla memoria di entrambi verrà concessa la
medaglia d’oro al Valor Militare.
Palazzo INA di Corso Porta
Nuova. Fu il principale centro operativo delle forze di polizia tedesche
dislocate nell’Italia occupata. Nello stabile si insediò il capo della Polizia
di Sicurezza e del Servizio di Sicurezza Wi-lhelm Harster e gli ufficiali delle
SS incaricati di dare la caccia agli ebrei. Le cantine del palazzo, utilizzate
come celle, furono per tanti prigionieri l’anticamera della deportazione e
della morte. Fra i prigionieri si possono ricordare le figure del capo della
Resistenza italiana Ferruccio Parri “Maurizio” e il colonnello Gio-vanni Duca,
medaglia d’oro al Valor Militare conferita alla memoria per il contributo dato
alla lotta partigia-na.
Piazza Cittadella. Il
diciannovenne Nereo Toffaletti il 22 giugno 1944, staccatosi da una colonna di
ferrovieri destinati alla deportazione in Germania per abbracciare i genitori,
venne abbattuto da un milite fascista e finito a colpi di pistola da un soldato
tedesco.
Viale dei Partigiani. Nel vallo
ai piedi dei bastioni dell’ex via Torbido vennero eseguite sentenze di morte.
Una lapide ricorda il capitano della milizia forestale Paolo Pignatti e il
contadino ventenne Aurelio Dal Cero, il partigiano “Dartagnan”.
Caserma Ederle. Il 9 settembre
1943 nei pressi della porta ferroviaria in via Torbido i soldati dell’8°
Reggi-mento Artiglieria comandati dal colonnello Eugenio Spiazzi si opposero
all’intimazione di resa. Alcuni cad-dero mentre quasi tutta la guarnigione riuscì
a evitare la cattura.
Porta Vescovo. La palazzina
sede del Gruppo Rionale “Filippo Corridoni” divenne sede subito dopo
l’armisti-zio della Polizia Federale della Rsi. Vennero detenuti i membri del
primo CLN veronese e anche il docente dell’Università di Padova Norberto
Bobbio.
Piazza Martiri della libertà.
Nell’edificio situato nei pressi del Teatro Romano vennero rinchiusi molti
espo-nenti della Resistenza veronese tra i quali il colonnello degli Alpini
Giovanni Fincato medaglia d’oro al Valor Militare morto il 6 ottobre 1944 a
seguito di feroci torture.
Castelvecchio. Il 14 e 15
novembre 1943 si tenne il primo congresso del Partito Fascista Repubblicano che
portò alla stesura di diciotto punti della Carta di Verona. Nello stesso luogo
si celebrò dall’8 al 10 gennaio 1944 il processo ai membri del Gran Consiglio
accusati di tradimento.
Piazza Bra Monumento al
Partigiano. La manifestazione si conclude davanti al Monumento al Partigiano
ope-ra di Mario Salazzari (1904-1993) scultore, partigiano e poeta che aveva
partecipato alla lotta di liberazione operando in Lessinia nel Battaglione Val
di Vado. Era stato arrestato dai fascisti nell’autunno del 1944 e torturato
nella caserma dell’Upi nei pressi del Teatro Romano.
Nessun commento:
Posta un commento